Omicidi di donne
Le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2016 in Italia sono state 149, lo 0,48 per 100.000 donne. Malgrado le cautele che le comparazioni internazionali richiedono, si può affermare che tale incidenza sia contenuta in rapporto al contesto europeo: tra i 22 Paesi dell'Unione europea per i quali si hanno a disposizione dati recenti (Grafico 1), si osservano valori inferiori solo nel caso del Lussemburgo e dell'Austria (0,36 e 0,39 omicidi per 100.000 donne, rispettivamente).
Prendendo in considerazione solo le donne, si osserva una situazione sostanzialmente simile a quella della popolazione nel suo complesso (Grafico 2).
La serie storica degli omicidi per genere (Grafico 3) mostra come siano soprattutto gli omicidi di uomini a essere diminuiti in circa 25 anni (da 4,0 per 100.000 maschi nel 1992 a 0,9 nel 2015), mentre le vittime donne di omicidio sono rimaste complessivamente stabili (da 0,6 a 0,4 per 100.000 femmine).
Il diverso andamento degli omicidi di uomini e donne ha dunque radicalmente modificato il rapporto tra i sessi. Per i maschi, sebbene l'incidenza degli omicidi si mantenga tuttora sempre nettamente maggiore rispetto alle femmine, i progressi sono stati molto visibili. Per le donne, che partivano da una situazione molto più favorevole, la diminuzione nel tempo ha invece seguito ritmi molto più lenti, fino ad arrestarsi. Il calo differenziale nel periodo tra i due sessi è stato favorito anche dalla contrazione degli omicidi legati alla criminalità organizzata, che coinvolgono – esclusivamente o quasi - gli uomini.
Fonte: Istat, Indagine su decessi e cause di morte
Note: I tassi della presente figura possono differire leggermente rispetto a quelli di fonte Ministero dell’interno, in conseguenza dei diversi criteri di classificazione delle due rilevazioni.
Per il 2015 i dati sono provvisori.
I quozienti specifici medi annui per gli omicidi analizzati per sesso ed età, relativi al triennio 2014-2016, risultano costantemente superiori per i maschi rispetto alle femmine (Tavola 2). Per entrambi i generi il valore massimo è associato alla classe 25-34 anni, anche se con livelli ben diversi (1,7 per gli uomini e 0,6 per le donne). Per i maschi, i valori decrescono in modo approssimativamente lineare nelle età adulte, fino agli 0,8 omicidi per centomila abitanti della classe di età 55-64 anni, valore che caratterizza anche le età successive. Per le donne, invece, dopo i 25-34 anni non c'è un calo apprezzabile e i valori del tasso si mantengono abbastanza stabili: tra i 35 e i 64 anni di età i quozienti oscillano tra lo 0,5 e lo 0,4, mentre per le donne più anziane (65 anni e più) il tasso ritorna ai livelli massimi (0,6 omicidi per centomila donne di pari età).
Tavola 2 – Vittime di omicidio volontario consumato – triennio 2014-2016
(quozienti per 100.000 abitanti dello stesso sesso e classe di età)
Classi di età | Maschi | Femmine | Totale |
fino a 13 anni | 0,3 | 0,3 | 0,3 |
14-17 anni | 0,2 | 0,0 | 0,1 |
18-24 anni | 1,0 | 0,4 | 0,7 |
25-34 anni | 1,7 | 0,6 | 1,2 |
35-44 anni | 1,6 | 0,5 | 1,0 |
45-54 anni | 1,3 | 0,5 | 0,9 |
55-64 anni | 0,8 | 0,4 | |
65 anni e più | 0,8 | 0,6 | 0,7 |
Totale | 1,0 | 0,5 | 0,7 |
Fonte: elaborazioni Istat su dati Ministero dell'interno
L'analisi del dato regionale per il periodo 2014-2016 rileva una scarsa corrispondenza tra le graduatorie regionali dei tassi di omicidio dei maschi e delle femmine (Grafico 5).
Grafico 5 - Tassi di vittimizzazione per omicidio volontario consumato per genere, regione e relazione con l’omicida (a) - Periodo 2014-2016 (valori medi annui per 100.000 abitanti dello stesso sesso)
Fonte: elaborazioni Istat su dati Ministero dell'interno
Nel triennio considerato, per i tassi di omicidio di vittime maschi si collocano al di sopra della media nazionale (che è pari a 1,0 per i maschi) cinque regioni, tutte del Mezzogiorno. Per le donne, non corrispondono invece, regioni geograficamente contigue. Il valore massimo (0,7) è assunto in Calabria, Umbria e Toscana, mentre per le altre regioni il tasso decresce gradualmente, dallo 0,6 della Campania fino ai valori più bassi, nella provincia autonoma di Bolzano (0,1) e nel Molise e nella Valle d'Aosta, dove non si sono verificati omicidi di donne nel triennio. E' interessante notare le differenze nelle distribuzione dei tassi a livello regionale, ove si considerino il totale degli omicidi di donne, o solo quelli perpetrati dal partner (attuale o precedente). Vi sono infatti regioni caratterizzate da valori elevati per gli omicidi come la Calabria, la Campania e la Sardegna, che invece per gli omicidi del partner si collocano in posizione intermedia.
Tavole del Ministero dell’interno – database omicidi
Vittime per sesso e regione - Anni 2014-2016 (xlsx)
DA CHI SONO UCCISE LE DONNE?
Una chiave di lettura in termini di violenza di genere è fornita dall'esame della relazione tra gli attori dell'omicidio (Tavola 1).
Tavola 1 – Vittime di omicidio secondo la relazione con l’omicida.(a) Anno 2016
(quozienti per 100.000 abitanti e composizioni percentuali)
RELAZIONE DELLA VITTIMA CON L’OMICIDA | Maschi | Femmine | Totale |
VALORI ASSOLUTI | |||
Partner (marito/moglie, convivente, fidanzato/a) | 6 | 59 | 65 |
Ex-partner (ex-marito/moglie, ex-convivente, ex-fidanzato/a) | 1 | 17 | 18 |
Altro parente | 33 | 33 | 66 |
Altro conoscente | 20 | 9 | 29 |
Autore sconosciuto alla vittima | 97 | 21 | 118 |
Autore non identificato | 94 | 10 | 104 |
Totale | 251 | 149 | 400 |
QUOZIENTI PER 100.000 ABITANTI | |||
Partner (marito/moglie, convivente, fidanzato/a) | 0,02 | 0,19 | 0,11 |
Ex-partner (ex-marito/moglie, ex-convivente, ex-fidanzato/a) | 0 | 0,05 | 0,03 |
Altro parente | 0,11 | 0,11 | 0,11 |
Altro conoscente | 0,07 | 0,03 | 0,05 |
Autore sconosciuto alla vittima | 0,33 | 0,07 | 0,19 |
Autore non identificato | 0,32 | 0,03 | 0,17 |
Totale | 0,85 | 0,48 | 0,66 |
COMPOSIZIONI PERCENTUALI | |||
Partner (marito/moglie, convivente, fidanzato/a) | 2,4 | 39,6 | 16,3 |
Ex-partner (ex-marito/moglie, ex-convivente, ex-fidanzato/a) | 0,4 | 11,4 | 4,5 |
Altro parente | 13,1 | 22,1 | 16,5 |
Altro conoscente | 8 | 6 | 7,3 |
Autore sconosciuto alla vittima | 38,6 | 14,1 | 29,5 |
Autore non identificato | 37,5 | 6,7 | 26 |
Totale | 100 | 100 | 100 |
(a) I dati relativi alla relazione vittima di omicidio e autore sono estratti dal database delgli omicidi del Ministero degli Interni – Direzione centrale della polizia criminale. Trattandosi di un dato utilizzato a fini operativi, esso è suscettibile di modifiche che possono emergere in estrazioni successive.
Fonte: Elaborazioni Istat su dati Ministero dell’Interno
Le donne sono uccise soprattutto nell’ambito familiare o da conoscenti. Nel 2016, nella metà dei casi l'omicidio di una donna è stato commesso dal partner o dall’ex partner (51,0%), nel 22,1% dei casi da parte di un parente, nel 6,0% dei casi da un conoscente. Gli sconosciuti sono invece il 14,1% e per un residuo 6,7% gli omicidi di donne risultano ancora di autore non identificato. Invece, nello stesso anno, solo il 2,8% dei maschi è stato ucciso dal partner o dall’ex partner, il 13,1% da un altro parente e l'8,0% da un conoscente. Questo significa che per gli uomini in meno di un quarto dei casi (23,9%) vittima e autore si conoscevano prima dell'omicidio: sono infatti alte le quote degli omicidi di uomini commessi sia da un autore sconosciuto alla vittima (38,6%) sia da parte di un autore non identificato (37,5%).
Questi dati confermano ciò che era già ampiamente noto: per le donne l'ambito familiare è il meno sicuro. Negli ultimi dieci anni (Grafico 4), gli omicidi di donne ad opera del partner (marito, convivente, fidanzato) o dell'ex partner variano tra un minimo del 39,0% nel 2010 al quasi 55,0% nel 2014.
Se insieme a questi casi si considerano anche gli omicidi commessi da altri parenti, risulta che mediamente due omicidi di donne su tre (68,9%) sono avvenuti in ambito familiare e che, negli ultimi tre anni, questa quota ha rappresentato circa i tre quarti degli omicidi di donne (gli omicidi in cui l'autore non è stato identificato sono stati conteggiati come esterni alla famiglia).